Resoconto incontro in prefettura Primo Marzo 2012

Il 1 marzo, al termine di una manifestazione che ha visto la partecipazione di numerosi migranti di differenti nazionalità (Ghana, Nigeria, Bangladesh, Kashmir, Pakistan, Burkina Faso e altre), giunti dai luoghi in cui risiedono (CARA di Bari-Palese, strutture di accoglienza diffusa di Gravina, ecc.), una delegazione è salita in Prefettura per un incontro con il vice questore di Bari.

La delegazione, composta quasi interamente da migranti, ha presentato diverse istanze, principalmente legate alla questione diniego dei permessi di soggiorno, come anche in merito alle condizioni di permanenza all’interno delle strutture di accoglienza presso le quali gli stessi vivono.

Nello specifico, i migranti hanno voluto sottolineare al vice prefetto come ormai da tempo sia in atto un processo incomprensibile di mancato riconoscimento dello status di rifugiato né di protezione internazionale. Ciò soprattutto a causa del perdurare di una procedura attuata dalle Commissioni Territoriali che valutano le richieste di protezione internazionale, le quali continuano a non considerare che i migranti provengano dalla Libia, Paese evidentemente in guerra e da cui sono stati costretti ad allontanarsi, quasi sempre in maniera forzata. L’intervista in Commissione, invece, continua a svolgersi considerando il Paese di origine dei migranti, dai quali spesso gli stessi mancano da mesi, se non addirittura da anni e che per molteplici motivi hanno deciso di lasciare.

Il vice questore si è dichiarato a tal proposito impossibilitato ad intervenire, anche semplicemente attraverso un’interlocuzione con le Istituzioni, non essendo la questione delle Commissioni Territoriali di competenza delle Prefetture, ma legata a leggi nazionali che ad oggi impongono di seguire questo genere di procedura. A fronte di quanto ascoltato, tuttavia, riteniamo poco credibile quanto dichiarato dal vice prefetto in merito alla modalità delle Commissioni, considerato che all’interno delle stesse è sempre presente un rappresentante della Prefettura, al quale è assegnato un potere decisionale rilevante nel momento della valutazione della richiesta di protezione internazionale.

In merito alle condizioni di vivibilità all’interno delle strutture di accoglienza sul territorio, i migranti hanno evidenziato, soprattutto da un punto di vista della dignità umana, come siano sempre meno garantiti i diritti previsti dalla legge, specie in ambito sanitario (condizioni igieniche pessime), in merito alla libertà di culto e ad una questione di semplice sostentamento economico, anche minimo, che possa loro garantire una permanenza dignitosa sul territorio, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato o di protezione internazionale. Il vice questore ha raccolto le istanze dei migranti ed ha loro chiesto di stilare un documento scritto contenente i vari punti su cui è necessario intervenire, in modo da impegnarsi concretamente nella risoluzione delle problematiche ad oggi esistenti.

Naturalmente riteniamo il vice Prefetto, in quanto rappresentante del Governo, responsabile delle condizioni dei migranti non solo nelle strutture d’accoglienza diffusa e nei CARA ma anche rispetto alla garanzia di diritti sociali e per questo consideriamo lo stesso come interlocutore possibile al fine di essere tramite con il ministero degli interni affinché si impegni concretamente ad accogliere le istanze dei migranti ed a garantirne la permanenza sul territorio italiano con un regolare documento e non alimentando processi di clandestinizzazione.

Come collettivo antirazzista a breve indiremo un’assemblea con i migranti presenti in delegazione al fine di stilare un documento, che rappresenti le istanze emerse durante l’incontro, da presentare in Prefettura.

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