Venerdi 9
SocItalia La storia d'Italia soffocata in 5 fasi
Reading di teatro d’informazione
di e con Giulio Bufo
C'è un filo storico che collega l'incontro di Teano (26 Ottobre 1860)
e la fine del fermento del movimento dei movimenti (2002)? C'è un
filo storico che collega il biennio rosso (1919-1920) e la costituzione
"carta straccia"? C’è un filo storico che unisce il fallimento del CLN
e la morte di Pasolini? C’è un filo storico che unisce Portella delle
Ginestre all’omicidio Impastato? Questo è quello che cerco di spiegare
in questa breve performance-reading, aiutato da testi di grandi autori
come Pasolini, Gaber, Assuntino e brani musicali storici utili a
sottolineare le 5 fasi (Teano, Biennio Rosso, CLN, 68-77, movimento
dei movimenti) in cui ho divisa la storia d’Italia. In circa tre
quarti d'ora si sviscera la storia nascosta di un unità d'Italia
forzata, quella storia che spesso oltre i libri di scuola, bisogna
leggere tra le righe
Alla fine il reading diventa assemblea guardando il passato verso il
futurosabato 10 alle 19.30 DescrizioneLe Banche Centrali dei paesi
industrializzati, il Fondo Monetario Internazionale, i governi degli
stati nazionali, l’allegra finanza con il codazzzo degli speculatori,
i grandi industriali e i possessori di enormi rendite sono tutti
d’accordo nel voler far pagare la crisi di profitti, la crisi del
debito, la crisi ambientale ai ceti popolari di tutto il mondo: ai
lavoratori e alle lavoratrici, agli studenti/esse, ai/alle migranti,
alle donne e ai soggetti lgbtq.
Fanno licenziare migliaia di lavoratori, diminuiscono i salari,
tagliano la sanità, l’istruzione e i trasporti pubblici, riducono
gli spazi di libertà (per esempio hanno limitato fino ad annullare,
in certi casi, il diritto di sciopero). I prezzi dei generi di prima
necessità rimangono alti rispetto ai salari e spesso aumentano
persino, senza considerare il costo dei carburanti.
L’istruzione pubblica in Italia ha subito ingenti tagli di fondi
negli ultimi tre anni, sebbene questi fossero già al di sotto della
media degli altri paesi industrializzati: nel 2008 sono stati tolti
alla scuola pubblica 8,5mld di euro e all’università 1,3 mld per
destinarli alla rifinanziarizzazione delle banche. I debiti delle
banche vennero socializzati (scaricati sul bilancio pubblico) mentre
i loro profitti continuavano a finire nelle tasche di azionisti e
banchieri. Le scuole pubbliche divengono sempre più precarie sia
dal punto di vista delle strutture, alquanto fatiscenti, che da
quello della didattica: infatti tanti docenti sono ormai precari
e cambiano continuamente sede senza dare continuità al percorso
di studi.
Ci si scandalizza per "eventi" televisivi per nulla rilevanti oppure
si sprecano migliaia di parole per fatti inspiegabili di cronaca;
mentre la precarietà del lavoro, la pericolosità delle strutture
scolastiche, le centinaia di morti sul lavoro e per motivi di
inquinamento ambientale vengono discussi in maniera approssimativa e
marginale. In più non vengono mai esposte le cause ultime.
Ci dicono che è inevitabile pagare il debito, ci dicono che è
inevitabile subire la crisi, ci dicono che dobbiamo fare sacrifici
per forze di causa maggiore.
Eppure con una drastica diminuzione delle spese militari si
potrebbero finanziare borse di studio per gli/le studenti/esse, si
potrebbero mantenere aperti tanti ospedali e rimodernarli, si
potrebbero ristrutturare tante scuole, si potrebbe diminuire la
disoccupazione, alzare i salari e le pensioni (ormai da fame ) ecc…
Eppure dal 1995 al 2008, mentre di sono susseguite diverse crisi
economiche, i profitti netti delle maggiori imprese italiane sono
aumentati di circa il 75% ( campione Mediobanca ); invece i salari
hanno perso circa 7000 euro del loro potere d’acquisto
( dal 2000 al 2010 ) secondo Ires-cgil. Questo spiega perché in
Italia il 44% della ricchezza è nelle mani di solo il 10% della
popolazione, mentre il 50% della popolazione possiede solo il 9%
della ricchezza. E allora vogliamo la patrimoniale non per pagare il
debito provocato da loro, ma per redistribuire la ricchezza.
Queste e altre proposte saranno portate in piazza il giorno
7 dicembre: piazza san Ferdinando alle ore 17.30, via Sparano n. 50
in un sit-in-movimento. Non solo vogliamo contro-informare,
ma anche muoverci per la città e portare analisi e risposte popolari
ovunque (come è accennato sopra).
Nel mondo le grandi mobilitazioni, le occupazioni e le assemblee
nelle principali piazze del mondo, LE RIVOLUZIONI ARABE, gli SCIOPERI
GENERALI E GENERALIZZATI, le occupazioni delle scuole e delle
facoltà, i picchetti davanti ai luoghi di lavoro, i blocchi stradali.
Lo sciopero autorganizzato a Ockland e le piazze occupate a New York,
la manifestazioni a Seattle, gli scioperi generali e generalizzati
in Grecia, le assemblee, gli accampamenti e le occupazioni in Spagna,
le oceaniche manifestazioni di piazza e la repressione militare
in Egitto , i riot in Inghilterra, il referendum contro il debito in
Islanda, esprimono che il 99% della popolazione mondiale non vuole
continuare a piegarsi all’1%, che disoccupazione, precarietà e
miseria devono terminare per lasciar posto ad un altro sistema
sociale ed economico.
Proprio delle mobilitazioni sparse per tutto il mondo vogliamo
discutere il giorno 10 dicembre alle ore 19.30 presso
il Socrate occupato, in via fanelli 216 a Bari.
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