Dopo un incontro con il sindaco (lunedì mattina) non si è risolta la situazione delle famiglie; ora parte di loro passa la notte al dormitorio.
speriamo in una soluzione più soddisfacente al più presto.
Dopo un incontro con il sindaco (lunedì mattina) non si è risolta la situazione delle famiglie; ora parte di loro passa la notte al dormitorio.
speriamo in una soluzione più soddisfacente al più presto.
Inizia un’altra notte sotto i portici del teatro Piccini per le famiglie in presidio.
Disperato alla notizia della morte della madre, un recluso del Cie di Bari questo pomeriggio è salito sul tetto del Centro, minacciando di impiccarsi. La sua richiesta era abbastanza semplice: tornarsene a casa, e subito, come del resto chiedeva da tempo. Nessuno, però, tra gli operatori del Centro, ha ascoltato la sua protesta solitaria. Così i suoi compagni di prigionia sono saliti sul tetto insieme a lui, costringendo la polizia a considerarlo. Ora è sceso: la Questura gli ha promesso che già domani gli arriverà il passaporto e potrà partire.
Ascolta il racconto fatto da uno dei reclusi ai microfoni di Radio Onda Rossa:
macerie @ Febbraio 11, 2011
https://www.autistici.org/macerie/?p=28328
Da ieri, i reclusi del Cie di Bari sono in agitazione. Compatti, un bel numero di loro (un’ottantina, ad occhio e croce) ha proclamato uno sciopero della fame. Protestano un po’ per tutto: per la lunghezza della detenzione, per le condizioni in cui vengono costretti, per l’arroganza e la violenza della polizia, per il cibo… «Ci trattano come dei cani», dicono, «come in una discarica di monnezza». Tra loro, alcuni hanno partecipato alle rivolte di Milano e ai trasferimenti che ne sono seguiti: tutti sono concordi nel dire che Bari è una specie di Cie punitivo, il peggiore incontrato nel loro viaggio forzato…
Ascolta la voce di due reclusi, trasmessa questo pomeriggio dalle frequenze di Radio Blackout:
Aggiornamento 9 febbraio. È il terzo giorno e lo sciopero continua, compatto come ieri. Secondo alcuni, anzi, alcuni che fino a ieri erano titubanti si sono uniti a chi protesta. Vi riportiamo qui alcuni stralci dell’intervista con uno degli scioperanti registrata da Amisnet questa mattina: «Non abbiamo niente qui dentro. Ci hanno sequestrato tutto, anche le penne per scrivere. Non abbiamo neanche gli orologi. Vi prego, aiutateci, perché da qui nessuno ci ascolta. Siamo in circa 150 persone. Nessuno sa cosa ne sarà del suo futuro, qui siamo completamente isolati dal mondo. Ci son tre muri: uno di vetro, uno di ferro e uno di cemento. La libertà qua dentro non si vede neanche dalla finestra. Non sappiamo cosa accade fuori e nessuno ascolta le nostre richieste. Ci hanno tolto i cellulari con le telecamere, perché non vogliono che facciamo vedere in giro le immagini di questo posto. Qua ci sono anche persone con passaporto e permesso di soggiorno in regola, che vengono trattenute per accertamenti e passano mesi in questo schifo. È da impazzire». Per ascoltare altre testimonianze da dentro, o anche qualche chiacchierata che prova a fare il punto della situazione nei Cie italiani in queste settimane e che si interroga sul loro legame con le sommosse in Tunisia, potete dare una occhiata anche ai siti di Radio Onda Rossa, o di Radio Onda d’Urto.
Aggiornamento 10 febbraio. Al quarto giorno, lo sciopero della fame a Bari si è concluso. Non sappiamo se qualcuno continui ancora, sta il fatto che il grosso dei reclusi ha ceduto alle minacce della polizia: «chi non mangia lo arrestiamo». Molta impressione e rabbia, poi, ha seminato questa mattina la deportazione di alcuni prigionieri: sono stati prima picchiati, poi imbavagliati e immobilizzati con il nastro adesivo per essere poi portati all’aeroporto.
macerie @ Febbraio 8, 2011
https://www.autistici.org/macerie/?p=28321
Nuove notizie dicono che non ci fosse un appuntamento ufficiale tra i gruppi di estrema destra e il sindaco, ma che abbiano solo avuto l’uso di una sala per intermediazione di un consigliere PDL.
Purtroppo il fatto che nessuno abbia, ancora, smentito i fatti descritti sotto (altri post) fa credere che vi fossero realmente esponenti della maggioranza presenti al congresso anziché fare il loro dovere in strada, cercando una soluzione per chi ha perso il tetto!
Approfittiamo della prevista visione di documentari sulla situazione Palestinese per parlare delle spiacevoli accuse fatte alla sinistra (poi orientate esclusivamente sulla “pista anarchica”) in questo articolo e in questo
Nei suddetti articoli scritte antisemite, fatte nel giorno della memoria, con caratteri utilizzati dall’estrema destra e firmate con un simbolo riconducibile a gruppi nazi-fascisti, vengono attribuite ad una estrema sinistra che “mastica politica”.
Il fatto che il giornalista non capisca nulla di quello che scrive è nell’ordine delle cose (purtroppo)… figuratevi se si è fatto un giro per Bari per vedere tutti i muri lordati da quelli che lo sceriffo Emiliano chiamava “bravi ragazzi” o un giro su internet per vedere chi storicamente usa quel linguaggio, quei caratteri e quei simboli.
Il fatto che i duri e puri nazi-fascio-skin non abbiano avuto la coerenza di rivendicare il tutto è nella loro indole.
Il fatto che la digos abbia di queste uscite fa pensare… è possibile che non sappiano attribuire una scritta? è possibile che si facciano accuse così maldestre? è possibile buttare tutto sugli anarchici tanto per dire qualcosa?