Domani 3 Agosto ore 18.30 nelle vicinanze del comune di Bari (vicino alla scultura del cavallo) si terrà un presidio di migranti e antirazzisti per chiedere la liberazione degli arrestati durante gli scontri di ieri e lo sblocco dei rilasci dei permessi di soggiorno.
NO BANDIERE, NO RICOTTA!
Senti l’appello in inglese di alcuni migranti .mp3 / .ogg
I fatti raccontati da uno dei presenti:
un ragazzo testimone dei fatti di ieri racconta che la necessità di comunicare all’esterno le condizioni di vita dei richiedenti asilo (da qualche tempo nel campo è vietato l’ingresso a tutti gli esterni) li ha spinti, la mattina del 1 agosto, ad uscire in corteo chiedendo di parlare con qualche rappresentante delle istituzioni. Per dare più forza alla loro richiesta hanno occupato la linea ferroviaria in entrambe le direzioni, poi una stradina.
Nella stradina si sono visti bloccare il passaggio da più di 50 “uomini” delle forze del disordine democratico che hanno chiesto se qualcuno parlasse italiano: alla risposta negativa, evidentemente ed ovviamente impreparati ad un dialogo ed alla mediazione, hanno reagito con una pioggia di lacrimogeni CS, vietati da ogni convenzione e per di più scaduti (ci sono ancora bossoli a decine lungo la strada), e da lì sarebbero scaturiti i disordini passati per i media.
Durante gli scontri sono stati arrestati 29 migranti di varie nazionalità, il CARA è stato circondato dai militari, tra cui il battaglione san marco, per impedire l’accesso e facilitare l’arresto dei partecipanti alla manifestazione. Anche all’interno vi sono state violenze sui migranti con ammanettamenti e manganellate sulla testa.
Cosa ha portato a tutto ciò
La rabbia e la disperazione dei migranti è stata coltivata da mesi dai comportamenti repressivi e inumani a loro riservati.
Ci raccontano
che vestiti e biancheria li devono recuperare nei cassonetti,
che hanno quantità ridicole di sapone e dentifricio ogni due mesi,
che hanno sempre lo stesso cibo in porzioni minuscole (26 maccheroni sconditi, 4 centimetri quadrati di carne solo la domenica, mai visto pesce),
che l’unico svago e uno spazio in cemento all’aperto, improvvisato campo da calcio,
che sono costretti a mendicare in città per comprare biancheria e sapone e per pagare agli avvocati i 300 euro che servono per fare ricorso ai dinieghi.
I dinieghi
Ormai da tempo si è ridotto quasi a zero il numero dei rilasci di permessi di soggiorno per i rifugiati e così si hanno centinaia di persone costrette a vivere per mesi nelle condizioni sopra descritte, senza sapere quale sarà il proprio futuro.
Ormai lo schema è chiaro:
RICHIESTA DI ASILO —> DINIEGO DELLA COMMISSIONE —> APPELLO (300 euro) —> PERDI L’APPELLO —-> CIAO!
Ci riserviamo di svelare i retroscena di questo schema… tempo e fonti permettendo…